Da secoli ormai si celebra la musica e gli effetti benefici prodotti da essa. Gli artisti che la praticano la esaltano come cura dei mali e modalità di espressione del proprio vero sé.
La musica però non è soltanto l’espressione dei musicisti e dei cantanti, ma anche di tutti quanti noi che semplicemente la ascoltiamo: durante l’intero arco della nostra vita, viviamo dei momenti speciali, a cui attribuiamo o dedichiamo quella specifica canzone. Le nostre playlist con le colonne preferite non sono nient’altro che la nostra persona definita in musica, ma oltre che a donarci un senso di Identità si parla di benefici per un altro motivo. Come abbiamo detto la musica e la scelta di canzoni preferite non è mai casuale, ma legata a momenti intensi o periodi speciali (belli o brutti che siano), riascoltare quelle note dopo anni ha il potere di rievocare quel ricordo e le sue sensazioni, sebbene in forma più nitida, infatti capita spesso di commuoversi senza apparente motivo. La forza della rievocazione è talmente intensa che la metodologia dell’ascolto di brani significativi è stata adottata anche nell’ambito clinico con i pazienti Alzheimer (che come ricordiamo, presentano declini nelle capacità di memoria): le canzoni hanno attivato delle risposte emotive sebbene non riuscissero a ricordare a che tipo di evento associarlo, dunque i risultati sono ancora tutti da scoprire ma sicuramente incoraggianti
Paola Marigliano